I Cammini, non soltanto quelli religiosi, attraversano tutta l’Italia e l’Europa. Il più conosciuto di tutti è certamente quello di Santiago, che ogni anno accoglie migliaia di pellegrini lungo i suoi sentieri. Anche in Italia, però, negli ultimi anni i Cammini hanno avuto un grande sviluppo e una menzione speciale merita quello di San Benedetto.
Il Cammino di san Benedetto
San Benedetto, fondatore del monachesimo occidentale, nasce a Norcia nel 480 circa. La sua vita si svolge tra Roma, dove studia, Subiaco dove inizia i primi esperimenti di vita comunitaria con altri monaci e Montecassino dove mette per iscritto la Regola, fondamento del monachesimo occidentale e dove muore ed è oggi sepolto.
Il suo spostamento da Norcia verso Montecassino ha dato origine negli anni ad un Cammino che poi Simone Frignani ha reso facilmente praticabile, segnandone il percorso e rendendolo fruibile a camminatori e pellegrini a piedi e in bicicletta.
Le tappe
Partendo da Norcia il Cammino è lungo trecento chilometri fino a Cassino. Suddiviso in 16 tappe, si snoda attraverso sentieri e strade poco trafficate tra le valli e i monti di Umbria e Lazio.
Due regioni, quindi, attraversate ogni anno da oltre un migliaio di persone che si mettono in cammino alla scoperta del mondo benedettino e di altri luoghi in cui hanno dimorato e vissuto santi come Rita da Cascia, Francesco d’Assisi o Tommaso d’Aquino.
Il dettaglio delle tappe
Vediamo più da vicino le 16 tappe del Cammino di san Benedetto e dove poter trovare accoglienza per la notte prima di rimettersi in marcia:
- Tappa 1 – 17,7 Km da Norcia a Cascia
- Tappa 2 – 17,9 Km – da Cascia a Monteleone di Spoleto
- Tappa 3 – 13,1 Km – da Monteleone di Spoleto a Leonessa
- Tappa 4 – 14, 2 Km – da Leonessa a Poggio Bustone
- Tappa 5 – 17,4 Km – da Poggio Bustone a Rieti
- Tappa 6 – 20,0 Km – da Rieti a Rocca Sinibalda
- Tappa 7 – 14,5 Km – da Rocca Sinibalda a Castel di Tora
- Tappa 8 – 13,5 Km – da Castel di Tora a Orvinio
- Tappa 9 – 19,9 Km – da Orvinio a Mandela
- Tappa 10 – 33,2 Km – da Mandela a Subiaco
- Tappa 11 – 17,8 Km – da Subiaco a Trevi
- Tappa 12 – 23,0 Km – da Trevi a Collepardo
- Tappa 13 – 24,9 Km – da Collepardo a Casamari
- Tappa 14 – 21,9 Km – da Casamari a Arpino
- Tappa 15 – 17,8 Km – da Arpino a Roccasecca
- Tappa 16 – 19,0 Km – da Roccasecca a Cassino-Montecassino
Sul sito del Cammino è possibile trovare il dettaglio con tutte le strutture dove poter trovare accoglienza. e dove poter richiedere la credenziale su cui apporre i timbri di ogni tappa.
Nella guida del Cammino, Simone Frignani offre il dettaglio del tipo di percorso per ogni tappa, le difficoltà che si possono incontrare e dove poter trovare accoglienza. Negli anni il ricettivo lungo il Cammino è cresciuto ed offre sempre migliore accoglienza a donativo, ovvero non c’è una tariffa ma ciascuno può lasciare una offerta in base alle proprie possibilità.
Mettersi in Cammino
Sempre più spesso ci si mette in Cammino alla ricerca di se stessi oltre che per seguire le orme di un Santo, in questo caso il santo di quell’ Ora et Labora da cui molte Comunità Monastiche sono nate in Europa.
Difficile descrivere la luce negli occhi di chi arriva all’ultima tappa a Montecassino e, con la stanchezza nelle gambe, percorre quell’ultimo tratto e sale le scale del Chiostro bramantesco dell’Abbazia per arrivare alla tomba di San Benedetto stringendo tra le mani il Testimonium -che attesta la fine del Cammino – e la credenziale con l’ultimo timbro.
La credenziale è la cosa più preziosa che il pellegrino conserva e custodisce gelosamente durante il Cammino: ottiene il primo timbro sulla sua credenziale alla partenza e poi uno per ogni tappa raggiunta fino all’ultima, appunto, a Montecassino.
Tanti programmi, tanti podcasts e tanti libri sono stati pubblicati negli ultimi anni sull’esperienza del Cammino e tutti sono legati da un unico filo conduttore : il pellegrino o il camminatore alla fine trova in sé qualcosa che forse neppure sapeva di avere e che forse stava cercando al di fuori di sé stesso.
L’essenza del Cammino
È un viaggio sui passi del santo da Norcia che però si trasforma in esplorazione del proprio sé che spesso passa anche attraverso la conoscenza di chi ci cammina accanto, del passo condiviso, del ritmo più lento o più veloce che permette di camminare accanto senza mai perdersi ma anzi ritrovandosi.
Una esperienza che si arricchisce di anno in anno grazie a patti di gemellaggio con altri Cammini- come quello stretto lo scorso anno tra i comuni di Norcia, Subiaco e Cassino con il Comune di Santiago. Numerosi sono anche i convegni e gli incontri volti ad un confronto per renderl questo Cammino sempre più agevole e meno impervio, ma anche più conosciuto e quindi più praticato.